Il Grand Hotel Campo dei Fiori a Varese. Un gioiello Liberty

Prendete una mostra dedicata a un grandissimo architetto dei primi del Novecento, curata da uno dei massimi critici d’arte del panorama italiano, una location d’epoca da tempo abbandonata e chiusa al pubblico aperta eccezionalmente per questo evento e avrete una occasione rara per trascorrere una giornata nella bellezza e nell’arte.

La mostra di cui vi parlo è Giuseppe Sommaruga (1867-1917). Un protagonista del Liberty“ curata da Vittorio Sgarbi e Andrea Speziali, dedicata a uno dei più grandi architetti italiani di stile liberty per celebrare i 150 anni dalla sua nascita e i 100 anni dalla sua scomparsa.  

Ad ospitarla è il Grand Hotel Campo dei Fiori a Varese chiuso dal 1968 che riapre in via del tutto eccezionale per questo evento grazie al presidio e al lavoro dei volontari del FAI Giovani di Varese.

È un’occasione unica per poter visitare questo hotel.

Si tratta di un hotel che si trova in cima al monte delle Tre Croci di Varese progettato proprio da Sommaruga nel 1907 in stile Liberty, i lavori iniziano un paio di anni più tardi, per concludersi nel 1912.

Per i nobili e borghesi della zona ma soprattutto milanesi, era all’epoca una meta di svago dove ritirarsi dalla frenesia della città.

Il turismo alpino non era ancora nato e quindi questa era per loro la meta ideale per vivere il fascino di una vacanza nella natura selvaggia della montagna a due passi dalla città. Una volta arrivati alla stazione delle ferrovie nord di Varese una funicolare li portava direttamente in questa “oasi del benessere”.

Era un vero e proprio hotel di lusso, che vantava dei migliori comfort per l’epoca: un terzo delle camere aveva il bagno privato, cosa che, per noi oggi, è del tutto scontata, ma per l’epoca non lo era affatto.

Aveva un lussuoso ristorante “il Belvedere” e una sala da ballo con una vista mozzafiato sul panorama.

Ebbe per decenni il suo tempo di gloria che come tutte le cose presto svanì.

 

La società muta, i tempi cambiano e con il progredire delle costruzioni di strade e l’aumentare del benessere molte famiglie possedevano l’automobile.

Nuove strade e un mezzo proprio per guidare, voleva dire poter andare ovunque e l’hotel in cima a una montagna da raggiungere solo con la funicolare iniziava ad essere un po’ scomodo  e soprattutto non più così esclusivo ora che si poteva andare ovunque si volesse.

Così iniziò il decadimento di uno degli hotel più lussuosi dell’epoca, fino alla chiusura totale nel 1968 e il suo completo abbandono.

Riaperto solo una volta nel 1983 in occasione di una mostra e l’anno scorso perché utilizzato come set cinematografico per il remake del film horror Suspiria di Dario Argento (1977), che per copione cambia la scritta dell’hotel da Grand Hotel Campo dei Fiori a Hotel Tanz, scritta che non è stata rimossa a riprese finite e ancora oggi si può vedere all’ingresso.

L’hotel è uno dei più belli esempi Liberty del grande architetto di cui la mostra vuole ricordare i suoi più grandi lavori tra cui ovviamente Palazzo Castiglioni e Villa Romeo-Faccanoni (oggi Clinica Columbus) a Milano o il Palace Grand Hotel a Varese, solo per citarne alcuni.

Ma questa rispetto ad altre sue opere ha un fascino particolare, complice il luogo in cui sorge e la fusione che l’architetto riesce a realizzare tra architettura, luogo e natura, creando l’illusione che l’hotel nasca dalla roccia.

Ritroviamo Sommaruga nei putti che decorano la sala da ballo, nello spazio tripartito, nella costante accuratezza di rendere estetiche anche le parti funzionali come le grondaie e nel gioco di equilibri tra il cerchio e il quadrato che si esprime al massimo nelle composizione delle finestre.

Ineguagliabili i ferri battuti di Mazzucotelli, amico e collega già dai primi lavori giovanili, lui maestro del ferro battuto che riesce a piegare il ferro come fosse seta e in questo hotel dà sfoggio della sua arte realizzando tra le varie opere il corrimano della scala che si sviluppa su mura pentagonali.

Purtroppo poco artistico invece, ma ormai caratteristico, il fitto intreccio di antenne che negli anni 70/80 ha iniziato ad invadere l’hotel.

D’altronde si fa di necessità virtù e i proprietari all’epoca non sapendo come riportare in auge l’ormai abbandonato hotel concedono l’ambito spazio a queste emittenti radiotelevisive, facendo di questo gioiello Liberty un supporto per antenne.

Ma non tutti i mali vengono per nuocere, infatti questo rende necessaria la presenza fissa di un custode per la manutenzione del tetto, garantendo quindi un minimo di tutela che preserva l’hotel dall’abbandono più totale.

Grazie al lavoro del Fai Giovani di Varese in occasione di questa mostra che rimane aperta fino al 30 luglio e che è possibile visitare solo con prenotazione, l’hotel è stato riaperto mettendo in luce un gioiello dell’architettura italiana.

I nuovi proprietari stanno valutando un progetto di riqualificazione e valorizzazione dell’intero hotel, tra le possibili nuove fruizioni quella di diventare una SPA potrebbe essere la più idonea ed in linea con la finalità di “oasi di benessere” per cui fu costruito un secolo fa.

dove: Hotel Campo dei Fiori a Varese

quando: dal 28 maggio al 30 luglio

orari di apertura: sabato e domenica

biglietto d’ingresso: entrata gratuita, offerta libera, PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA POSTI LIMITATI tramite fai prenotazione Varese http://www.faiprenotazioni.it/eventi.php?delegazione=Varese

nb le prenotazioni si aprono il lunedì alle ore 21.00

 

 

Un pensiero riguardo “Il Grand Hotel Campo dei Fiori a Varese. Un gioiello Liberty

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