La Primavera di Botticelli. Il significato nascosto.

Oggi, per inaugurare la Primavera, parliamo del quadro che per eccellenza più la celebra…la Primavera di Botticelli ovviamente.

Se parlassimo di Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi probabilmente non l’avreste riconosciuto, ma si tratta proprio di lui che più comunemente veniva e viene tutt’ora chiamato Sandro Botticelli. E’ uno degli artisti che più rappresentano il rinascimento italiano e quest’opera, insieme alla nascita di Venere, rientra tra i suoi massimi capolavori e della storia dell’arte in generale.

L’opera, che potete ammirare alla Galleria degli Uffizi a Firenze, fu commissionata nel 1482 da Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici (cugino di secondo grado di Lorenzo Magnifico), come dono per le sue nozze con Semiramide Appiani. 

Una rappresentazione molto virtuosa e di buon auspicio per le nozze del committente della famiglia dei Medici, ma il vero fascino di questo capolavoro è in quell’aura di mistero che lo avvolge, sul vero significato che nasconde, mistero che ora cercheremo di svelare.

A una prima lettura superficiale diremmo che si tratta della celebrazione della stagione più bella, della stagione della rinascita e del cambiamento, un omaggio di prosperità a questa giovane coppia di sposi e sicuramente è anche così. “Anche” appunto, ma non “solo”. In realtà porta un messaggio più profondo, ora vi svelo quale.

Leggiamo il dipinto da destra a sinistra. La scena è ambientata in un giardino ricco di vegetazione e alberi di arancio, come primo personaggio vediamo Zefiro, re dei venti che si libra leggero nell’aria avvolgendo in un sensuale abbraccio la ninfa Clori, insieme rappresentano un amore sensuale, carnale e irrazionale, quell’amore impulsivo che nasce dal desiderio e si consuma nella passione.

Da questo tipo di relazione rinasce la stessa Clori, che si trasforma in Flora ovvero la Primavera. Clori infatti era considerata nella mitologia greca la dea dei fiori e successivamente nella mitologia romana diventa la dea latina Flora. Botticelli ci evidenzia questa trasformazione dipingendo il ramo di fiori che fuoriesce dalla bocca della ninfa. Flora tiene in grembo fiori ed è colta nell’atto di spargerli.

Al centro troviamo Venere vestita con un manto rosso e in posizione più alta rispetto a tutti gli altri personaggi; rappresenta l’amore elevato, al di sopra Cupido bendato (perché l’amore è cieco) che sta per scoccare una freccia, in direzione delle tre grazie che danzano elegantemente tra loro tenendosi per mano. Questa scena rappresenta la mediazione di Venere e Cupido che trasformano così l’amore carnale di Zefiro e Clori in qualcosa di più elevato, di più perfetto (le Grazie).

L’ultimo personaggio, che chiude la scena, è Mercurio che si preoccupa con il suo caduceo di scacciare le nuvole di pioggia, affinché ci sia sempre un’eterna primavera, ma facendolo ci indica anche il cielo…tenetelo bene a mente questo dettaglio, ci servirà alla fine e capirete perché.

Ora che sappiamo la simbologia dei vari personaggi, cerchiamo di riassumere il messaggio che Botticelli ci ha voluto comunicare con questa rappresentazione metaforica.

Zefiro e Clori rappresentano il desiderio che nasce dall’attrazione, l’amore carnale e sensuale che si consuma e ci consuma; quando sopraggiunge l’Amore vero, questo sentimento viene sublimato in qualcosa di più elevato, di più perfetto, forte a tal punto che nessuna interferenza può rovinarlo.

Una vera e propria rappresentazione pittorica della trasformazione di questo sentimento sensuale e terreno in tutti i suoi aspetti.

Ma ad un livello ancora più profondo può significare anche la trasformazione da un amore terreno e mondano ad un amore più elevato e spirituale (per questo Mercurio ci indica il cielo) una vera e propria evoluzione intima e interiore, una continua ricerca di sè e di trasformazione personale. Anticipando tra l’altro la crisi spirituale che Botticelli ebbe qualche anno più tardi. 

Ora sapete cosa rappresenta questo celeberrimo capolavoro, e che sia un amore sensuale o un amore spirituale scegliete voi l’interpretazione che preferite e …..buona Primavera!

 

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