La vera storia di sua maestà il Panettone

Natale ognuno lo festeggia a suo modo, c’è chi fa l’albero, ma non il presepe, chi fa il presepe ma non l’albero, chi si cimenta in alberi alternativi e contemporanei, chi ama il tradizionale verde, rosso, oro, chi addobba la casa come la casa natale di Babbo Natale e chi opta per un minimalismo estremo.

Che tu sia del nord o che tu sia del sud, che tu sia per la cena della vigilia o per il pranzo di Natale, qualsiasi sia il tuo gusto o il tuo credo natalizio, c’è una cosa che ci accomuna tutti, un protagonista sempre presente sulla tavola degli italiani: sua Maestà il Panettone.

Dolce che nasce a Milano per diventare poi il simbolo tradizionale natalizio di tutta Italia.  Ma……come nasce il Panettone?

La storia si perde nella leggenda e la leggenda si perde nella storia, siamo a fine XV secolo a corte di Ludovico il Moro, grande signore di Milano prima, e Duca poi, ed è la vigilia di Natale. All’epoca non c’era la spesa on line come ora, e non era la consorte Beatrice d’Este a spadellare ai fornelli tutto il giorno; il Duca, come giusto che fosse, aveva un capocuoco incaricato di preparare il banchetto di corte per il pranzo di Natale a cui avrebbero partecipato tutti i nobili della città.

Ma sarà stata la pressione per l’alto incarico o le innumerevoli vivande da preparare, che l’ultima portata del tavolo, il dolce, viene dimenticata nel forno bruciandosi (qui possiamo consolarci che se è capitato al capocuoco del Duca, ogni tanto può capitare anche a noi senza sentirci troppo in colpa).

Ma ora che si fa? Il dolce per Natale non c’è e come lo si spiega al Duca ora?…Ed ecco che Toni, un umile servo del Moro, propone al disperato capocuoco di cucinare quello che era rimasto in dispensa: un panetto di lievito madre lavorato con un po’ di farina, uova, zucchero, uvetta e canditi (deve essere già da allora che si pensava il famoso proverbio milanese “piutost che nient l’è mei piutost”) ed ecco il capocuoco porta in tavola questo dolce.

Tutti a tavola furono entusiasti e si chiedevano “ma che bontà che bontà ma che cos’è questa robina qua?” e il capocuoco svelò: “L’è il pan del Toni!” -è il pane di Toni! Ed ecco svelato come nasce il Panettone.

Ma se questa storia divertente (da me anche un po’ colorita) non vi basta, visto che siamo a Natale ve ne racconto un’altra più romantica… siamo sempre al tempo di Ludovico il Moro e nella contrada di Santa Maria delle Grazie viveva Messere Ughetto degli Atellani (stessa famiglia degli Atellani dove tutt’ora si trova Casa Atellani) che era innamorato di una bellissima ragazza di nome Algisa.

Algisa era figlia di un fornaio, ma di Ughetto non ne voleva sapere e siccome in amore e in guerra tutto è lecito, Ughetto molto furbo si fa assumere alla bottega del fornaio come garzone, per far colpo su Algisa e su suo padre fa di tutto per inventare un dolce buono così si ingegna: impasta uovo, miele, burro e uva e inventa un dolce così buono da conquistare Algisa e il suo futuro suocero che con il nuovo dolce incrementò le vendite di bottega…..i due si sposarono e come nelle migliori favole vissero felici e contenti.

Un’ultima curiosità tipicamente milanese, di solito una fetta del panettone aperto il giorno di natale viene tenuta da parte per il 3 febbraio (giorno di San Biagio) quando si usa mangiarlo per proteggersi dai malanni invernali (san Bias el benediss la gola e il nas – san Biagio benedice la gola e il naso).

E io me la ricordo la mia nonnina che me lo ripeteva sempre, “mangia un po’ da panetun al ta fa ben” ecco erano i rimedi di una volta, ma come facevo a spiegare a mia nonna che per me che avevo il mal di gola da novembre a marzo più che san Biagio ci voleva l’esorcista? Detto ciò lo mangiavo lo stesso un po’ per farla contenta, un po’ perchè sotto sotto speravo che il santo della gola intercedesse per me e ancora oggi il 3 di febbraio una fetta di panettone a casa mia si mangia sempre perchè….non si sa mai. 

Carissimi, con questa parentesi dolce e colorata (e anche un po’ divertente spero) vi auguro…Buon dolce Natale a tutti! 😉

 

Un pensiero riguardo “La vera storia di sua maestà il Panettone

  1. Molto interessante e in chiave anche divertente questa spiegazione sull’origine del Panettone. Lo si mangia sempre il Panettone di solito ma senza chiedersi perché si chiami così . Personalmente conosco la tradizione di San Biagio , ma è stata cosa gradita farla conoscere ai lettori.

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